MINORI IN RETE: IL BLOCCO DI TIK TOK

Gennaio 26, 2021

Cosa c’è di vero nella notizia del blocco di tik tok?

A seguito della morte di una bambina di 10 anni a causa, pare, di una challenge sul social Tik Tok, negli ultimi giorni è circolata la notizia di un blocco del social network da parte del Garante Privacy.

Per fare chiarezza è necessario procedere con ordine. A poche dalla notizia della morte della bambina palermitana a causa della partecipazione ad una sfida su Tik Tok, il Garante per la protezione dei dati personali ha bloccato l’utilizzo del social da parte di quelli utenti italiani di cui è impossibile verificare l’età.

La ragione di questo blocco è stata chiaramente spiegata nel corso di un’intervista da Guido Scorza, membro dell’authority italiana per la privacy: la piattaforma o, meglio ancora l’azienda madre, tratta dati personali dei propri utenti sulla base di un contratto stipulato con ciascuno di questi al momento dell’iscrizione, ma lo stesso contratto non si può considerare «validamente concluso […] e/o validamente acquisito» se viene meno un requisito fondamentale come il limite d’età minimo fissato a 13 anni per l’iscrizione.

In sostanza, si chiede all’app cinese di assicurarsi che l’età dei propri utenti sia effettivamente superiore ai 13 anni.

Quindi, non è corretto affermare che il Garante Privacy ha bloccato Tik Tok (che è ancora operativa e disponibile su tutti i marketplace). Di fatto, però, come prescrive il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati in uso in Europa, dovrà essere – e non è ancora avvenuto – la corrispondente autorità irlandese a esprimersi sulla questione: è qui, infatti, che ByteDance ha recentemente dichiarato di avere il proprio database europeo. Se anche dall’Irlanda si diranno d’accordo con l’authority italiana, sarà TikTok a valutare se e in che termini riuscirà a permettere l’uso dell’app solo a chi ha l’età giusta per farlo.

Quanto accaduto ha riportato a galla questioni mai davvero risolte come l’age verification e la real-name policy. Come potrà Tik Tok, così come altre piattaforme, che l’età dei propri utenti sia conforme al regolamento? Il Garante è preoccupato dalla facilità con cui i limiti previsti dal regolamento possono essere aggirati e superati e chiede regole più certe e severe per tutelare i minori in rete.

Il tema vero, qui, in effetti, è come costruire un web a misura di bambino, una responsabilità sicuramente condivisa tra famiglia, scuola e Stato ma che rimanda anche e soprattutto ai gestori dei social network. I provvedimenti come quello del Garante Privacy è, quindi, sicuramente importante ma non risolutivo, bisogna pensare anche ad un’educazione civica digitale che educhi al consumo e alla fruizione di questi nuovi strumenti. Questo accompagnamento all’uso eviterebbe anche, come evidenziato in un post Facebook dalla giornalista Arianna Ciccone, che ogni volta che si affronta un caso di autolesionismo fra i giovani si scateni il panico morale intorno alle tecnologie.

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